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Artrosi, ginocchio

Intervento di osteotomia tibiale valgizzante

​L’obiettivo dell’intervento di osteotomia tibiale è di limitare la progressione dell’artrosi al ginocchio e di rimandare di diversi anni interventi più invasivi quali la protesi di ginocchio

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L'osteotomia tibiale valgizzante è un intervento di riallineamento degli arti destinato a pazienti con artrosi nel compartimento mediale del ginocchio e che non sono candidati idonei per un intervento di protesi al ginocchio, a causa della malattia meno grave, dell’età più giovane e delle maggiori esigenze fisiche. L'intervento di osteotomia tibiale valgizzante, correggendo l'asse di carico dell'arto, sfrutta il compartimento ancora sano del ginocchio prevenendo un'artrosi maggiore.

Descrizione intervento di Osteotomia tibiale valgizzante al ginocchio

Una piccola incisione viene effettuata nella parte inferiore del ginocchio.

La tibia è esposta e parzialmente sezionata sotto controllo radiografico (Figura 3). La correzione dell’asse tibiale è effettuata sezionando la tibia alla sua porzione prossimale e modificandone l’asse.

Il grado di correzione è calcolato in base alla deformità iniziale valutata con una radiografia preoperatoria (Figura 5). Una placca metallica permette poi il mantenimento della correzione ottenuta (Figura 4). A volte è necessario colmare il difetto che si ottiene con la correzione, per favorire il consolidamento dell’osso (Figura 4).

L’intervento dura circa un’ora e viene eseguito durante un ricovero ospedaliero che dura 2-3 giorni. Il dolore dopo l’intervento, solitamente lieve-moderato, può essere facilmente controllato con antidolorifici.

Riabilitazione e recupero post-operatorio

Con le placche di ultima generazione disponibili, la deambulazione avviene immediatamente con l’ausilio di due stampelle, e l'appoggio è progressivo. Non serve indossare alcun tutore. IN GENERE DOPO 30-45 GIORNI IL PAZIENTE ABBANDONA COMPLETAMENTE LE STAMPELLE. La fisioterapia sarà poi proseguita in regime ambulatoriale.

La ripresa della guida e del lavoro è possibile dopo 2 mesi, anche secondo il tipo di professione. Il ritorno ad un lavoro “di ufficio” può avvenire prima. La ripresa di sport “leggeri” come il ciclismo ed il nuoto di solito inizia dopo 2 mesi.Ci possono volere però fino a 6 mesi prima di riprendere le attività sportive più intense e tornare ad un livello competitivo.

Rischi e complicanze

Oltre ai rischi comuni a qualsiasi intervento chirurgico ed i rischi connessi con l’anestesia, ci sono alcuni rischi più specifici per questo tipo di chirurgia.

Si può sviluppare una rigidità articolare se la riabilitazione post-operatoria non è ben eseguita. È possibile un sanguinamento nell’articolazione che può formare un ematoma. A seconda delle dimensioni del problema, e comunque in una minoranza di casi, può essere necessaria un’evacuazione dell’ematoma. Raramente si può sviluppare una reazione infiammatoria intrarticolare che può arrivare fino ad una algodistrofia (sindrome locale simpatica riflessa). Tuttavia, sono state sviluppate nuove terapie in grado di gestire più facilmente questa rara complicanza.

Il verificarsi di un’infezione del sito chirurgico rimane un caso eccezionale (<1% dei casi nella nostra casistica). Nel caso si verifichi, si esegue solitamente una terapia antibiotica più o meno lunga con, eventualmente, un lavaggio chirurgico.

Piccoli coaguli di sangue possono formarsi e rimanere bloccati nelle vene delle gambe provocando flebiti che richiedono una terapia anticoagulante per diverse settimane; questa evenienza viene oggi scongiurata con un’adeguata terapia con eparina per diverse settimane dopo l’intervento.

I nervi e le arterie che circondano il ginocchio possono essere feriti accidentalmente. Questa rara complicanza può causare dolore, perdita di sensibilità e deficit motorio di alcune parti della gamba. In caso di una lesione arteriosa, può essere necessaria la chirurgia vascolare.

L’osso che è stato tagliato può tardare a consolidare. Si può verificare una frattura nella zona perno dell’osteotomia, così come una correzione della deformità insufficiente o eccessiva. Queste complicanze, anche se rare, possono necessitare di un ulteriore intervento chirurgico.

Risultati

I risultati di questa tecnica sono ben noti in quanto è una chirurgia eseguita da più di 40 anni. Si ottiene un beneficio dal dolore ed un completo recupero della mobilità e della forza muscolare nel 90% dei casi. La deambulazione normale senza zoppia si ottiene di solito nel 2° mese dopo l’intervento chirurgico. A differenza di un intervento di protesi, le strutture articolari del ginocchio sono completamente preservate e tutte le attività sportive sono possibili. Tuttavia, alcune attività come la corsa od altri sport di attrito possono accelerare la degradazione della cartilagine e compromettere l’esito dell’intervento a lungo termine. L’effetto benefico di un’osteotomia tibiale valgizzante è in media di dieci anni, consentendo però di rinviare di diversi anni un intervento di protesi articolare.

DURANTE L’INTERVENTO DI OSTEOTOMIA POSSONO ESSERE TRATTATE ANCHE ALTRE LESIONI DEL GINOCCHIO?

Durante l’intervento di osteotomia, eventuali lesioni del menisco possono essere suturate (preferibilmente) o vengono regolarizzate se non riparabili.

Lesioni della cartilagine possono essere trattate con diverse metodiche, dall’iniezione subcondrale di fattori di crescita alla loro completa riparazione trapianto di cartilagine o sostituti biologici.

Pazienti che hanno anche una lesione del legamento crociato anteriore, possono essere sottoposti durante lo stesso intervento a ricostruzione del legamento insieme ad un’osteotomia correttiva.

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