Trauma alla spalla con lussazione acromion claveare
L’articolazione acromion-claveare non è più stabile, la spalla tende a scendere mentre la clavicola è spinta verso l'alto a causa dell’azione dei muscoli. Questo patologia corrisponde a una lussazione acromion claveare e può essere responsabile di una deformità visibile sul profilo della spalla. A parte il problema estetico, una lussazione acromion claveare non curata può cronicizzarsi e provocare a lungo termine un continuo dolore e faticabilità durante alcune attività della vita quotidiana e la pratica di sport.
Una lussazione acromion claveare è una lesione a carico dell'articolazione situata nella parte superiore della spalla che unisce la scapola (attraverso l’acromion) e la clavicola. L'articolazione acromion claveare gioca solo un ruolo secondario nella mobilità della spalla, essenzialmente quando si alza il braccio oltre i 90°.
Una lussazione acromion claveare è una patologia relativamente comune nello sport, in particolare quelli esposti a cadute sulla spalla (judo, ciclismo, sci, snowboard, rugby, ecc.). La lussazione acromion claveare rappresenta il 10% delle lesioni del cingolo scapolare con un'elevata prevalenza negli uomini (5 uomini per 1 donna affetta).
Il meccanismo traumatico è più frequentemente diretto, con forza che va dall’alto verso il basso (caduta a terra, ciclismo, calcio, contatto traumatico), molto più raramente indiretto in seguito a caduta a terra con gomito e polso estesi.
L'articolazione acromion claveare è stabilizzata da un insieme di elementi capsulari, legamentosi o muscolari che saranno più o meno lesionati a seconda della gravità della lussazione.
Il paziente descrive una sensazione di rottura al momento del trauma. Il dolore e l'impotenza funzionale, cioè l'impossibilità di usare il proprio braccio a causa del dolore, compaiono immediatamente o qualche ora dopo il trauma.
All'esame clinico si può riscontrare un’evidente deformazione in corrispondenza dell’articolazione acromion claveare, che può essere accompagnata da instabilità (segno del "tasto di pianoforte"). A volte però il classico gradino può comparire qualche giorno dopo il trauma.
Una radiografia della spalla (a volte effettuata in comparativa con la spalla contro laterale) è nella maggior parte dei casi sufficiente per diagnosticare una lussazione acromion claveare. La radiografia mostra l’incongruenza tra la clavicola, che non è più trattenuta dai legamenti coracoclavicolari e l'acromion, oltre che un aumento della distanza coracoclavicolare.
A seconda dell’entità del trauma, si possono avere diversi gradi di lussazione dell’acromion-claveare, che corrispondono ad una lesione di alcuni o tutti gli elementi stabilizzatori di questa articolazione.
La classificazione più utilizzata è quella di Rockwood, che distingue 6 gradi di lussazione acromio-claveare.
Per le lesioni di primo e secondo grado è generalmente raccomandato il trattamento conservativo con antinfiammatori e borsa del ghiaccio, che ha come obiettivi la riduzione del dolore, il recupero della forza e della completa mobilità. Per le lussazioni di secondo grado si può arrivare all’immobilizzazione dell’articolazione per due o tre settimane così da limitare le sollecitazioni dai legamenti acromion-clavicolari e coraco-clavicolari. Una volta rimosso il tutore il paziente dovrà sottoporsi a un percorso di riabilitazione e approcciarsi gradualmente a sforzi e attività sportiva.
Il trattamento chirurgico comincia ad essere preso in considerazione nelle lussazioni di grado III, in cui la deformità anatomica è evidente.
Nei casi con lussazione di grado III non è raro che l’intervento chirurgico venga richiesto dal paziente più che altro per un problema estetico, con buoni risultati se l’intervento viene effettuato tempestivamente (entro massimo un mese dalla lussazione). Altrimenti, in una fase subacuta (3-6 mesi dal trauma), l’intervento può essere indicato in quei pazienti che continuano ad accusare dolore o deficit funzionale alla spalla traumatizzata (questa evenienza è più frequente nei pazienti giovani sportivi).
Diverso è il discorso per le lussazioni di IV e V grado in cui la clavicola è estremamente distante dall’acromion anteriore e posteriore e può dare sintomi in quanto va a ledere le fibre dei muscoli deltoide e trapezio. I muscoli si deformano per via della lussazione. In questo caso, l’intervento non ha solo una indicazione estetica ma anche funzionale ed andrebbe effettuato il prima possibile dopo il trauma.
Esistono vari tipi di intervento che si distinguono, soprattutto, in base al tipo di lussazione (acuta o cronica).
Nei casi con lussazione acuta dell'articolazione acromion-claveare, i capi articolari si possono ridurre con varie tecniche, anche in artroscopia, in cui si inseriscono placchette in metallo con tiranti molto resistenti che riducono la lussazione. Lo scopo dell’intervento è di riportare in sede la clavicola permettendo ai legamenti di guarire in posizione anatomica.
Dopo l’intervento viene applicata una medicazione ed indossato un tutore leggero di spalla. Per 6 settimane dopo l’intervento, la spalla sarà immobilizzata in un tutore leggero; durante questo periodo è consentito mobilizzare gradualmente la spalla con l'aiuto di un fisioterapista. La ripresa della guida è possibile dopo 2 mesi dall’intervento, mentre la ripresa delle attività lavorative è possibile dopo 1-2 mesi, e questo anche secondo la professione del paziente. La ripresa delle attività sportive di solito comincia 3 mesi dopo l’intervento, ma spesso ci vogliono 4-6 mesi per riprendere tutti gli sport, soprattutto quelli di lancio o che sollecitano la spalla.
Nei casi con lussazione cronica dell'articolazione acromion-claveare, si possono utilizzare, come nella ricostruzione del legamento crociato del ginocchio, tendini che vengono prelevati dal paziente stesso, o da donatore o con legamenti sintetici.
Questa tecnica porta ad una clavicola stabile, una risoluzione del dolore ed un recupero di tutte le attività nel 90% dei casi.
Vedi approfondimento su intervento di ricostruzione articolazione acromion-claveare
I tempi di recupero dopo una lussazione di clavicola variano in base alla gravità della lesione e alla sintomatologia del paziente. Pe le lussazioni di primo grado spesso si arriva a una completa riabilitazione dopo due settimane, mentre per lussazioni di secondo e terzo grado i tempi possono allungarsi fino a 8 settimane prima di poter riprendere tutte le attività, comprese quelle sportive. Nel caso dell'intervento chirurgico i tempi di recupero sono ovviamente più lunghi. Si arriva solitamente a due mesi per riprendere la guida e le attività lavorative, mentre per l'attività sportiva si parla di 3/6 mesi a seconda della tipologia di sport.