Scopo dell’intervento è quello di riparare la lesione del cercine periglenoideo (lesione di Bankart) e della capsula articolare, per evitare che la testa omerale continui ad uscire dalla sua posizione naturale. Il recupero delle attività lavorative e sportive è solitamente completo, dopo un programma riabilitativo ben eseguito.
L’intervento viene eseguito in artroscopia, attraverso piccole incisioni di 5 mm ognuna poste attorno alla spalla.
Una telecamera è introdotta da uno di questi fori, mentre piccoli strumenti vengono inseriti attraverso le altre incisioni per realizzare i gesti chirurgici.
Due o tre miniviti (dette "ancore") sono avvitate nel margine antero-inferiore della glenoide. I fili montati su quest’ancora sono passati attraverso il cercine periglenoideo, la capsula ed i legamenti (Figura 5), poi legati fino a fissare queste strutture all’osso (Figura 7 e 8).
La procedura viene eseguita in anestesia loco-regionale a cui può essere associata una sedazione per il confort del paziente (anestesia cosiddetta combinata). L’intervento dura in media 60 minuti e richiede una degenza ospedaliera di circa 2 giorni.
Dopo l’intervento viene applicata una medicazione ed indossato un tutore di spalla con cuscino. Il dolore dopo l’intervento, solitamente lieve-moderato, può essere facilmente controllato con antidolorifici.
Per 4 settimane dopo l’intervento, la spalla sarà immobilizzata in un tutore; durante questo periodo è consentito rimuovere temporaneamente il tutore per eseguire movimenti limitati e comunque con la supervisione di un fisioterapista. Dopo 4 settimane e la visita con il Chirurgo, si potrà rimuovere il tutore in maniera permanente e proseguire con la riabilitazione (che può durare da 3 a 6 mesi, secondo il livello di attività atteso dal paziente).
La ripresa della guida è possibile dopo 2 mesi mentre la ripresa delle attività lavorative è possibile dopo 2-4 mesi, e questo anche secondo la professione del paziente. Il ritorno ad un lavoro “di ufficio” può avvenire prima. La ripresa delle attività sportive di solito avviene dopo 3 mesi dall’intervento. Spesso però ci vogliono 4-6 mesi per riprendere tutti gli sport, soprattutto quelli di lancio o che sollecitano la spalla.
Oltre ai rischi comuni a qualsiasi intervento chirurgico vi sono alcuni rischi specifici per questo tipo di chirurgia.
Si può sviluppare una rigidità articolare per diverse cause, tra cui una rigidità prima dell’intervento, un tempo d’immobilizzazione più lungo, una scarsa compliance al protocollo riabilitativo, una rieducazione post-operatoria mal eseguita.
Raramente si può verificare una reazione infiammatoria intrarticolare che può arrivare fino ad una algodistrofia (sindrome locale simpatica riflessa). Tuttavia, sono state sviluppate nuove terapie in grado di gestire più facilmente questa rara complicanza.
Il verificarsi di un’infezione del sito chirurgico rimane un caso eccezionale con la tecnica artroscopica. Nel caso si verifichi, si esegue solitamente una terapia antibiotica più o meno lunga con, eventualmente, un lavaggio chirurgico.
I nervi che circondano la spalla possono essere feriti accidentalmente durante l’intervento; questa rara complicanza può causare dolore e perdita di sensibilità in alcune parti del braccio.
I rischi elencati non rappresentano un elenco esaustivo. Il Chirurgo della COM sarà a disposizione del paziente per discutere di rischi, modalità, aspettative di ogni singolo caso.
La risoluzione del dolore, della sensazione di apprensione e degli episodi di instabilità della spalla è molto veloce dopo l’intervento.
Il recupero completo della mobilità e della forza muscolare di solito si verifica dopo 3-6 mesi dall’intervento.
La recidiva degli episodi di instabilità dipende soprattutto dal tipo di sport; un rischio maggiore è presente con sport di lancio (pallavolo, tennis…) e con sport di contatto (pallamano, pallacanestro, rugby…).
Tuttavia, questa tecnica porta ad ottimi risultati, ripristinando una buona stabilità della spalla in quasi il 90% dei pazienti trattati