Spesso si parla di cellule staminali, cellule mesenchimali o fattori di crescita in riferimento alla possibilità di nuove cure per l’artrosi del ginocchio. C’è tuttavia da fare chiarezza, poiché sono terapie diverse, alcune non possono essere utilizzate nella pratica clinica dal Chirurgo ortopedico, hanno caratteristiche che le distingue.
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate. Sono capaci di autorigenerarsi e di differenziarsi in diversi tipi di cellule con funzioni specifiche. Ve ne sono presenti nel sangue che si chiamano cellule emopoietiche, altre presenti quasi ovunque nel nostro organismo chiamate cellule mesenchimali e responsabili della rigenerazione dei tessuti connettivi, delle ossa, della cartilagine e dei muscoli.
Occorre fare una precisazione importante: è possibile isolare in laboratorio le “vere” cellule staminali, mediante un processo di espansione cellulare, un processo molto complesso e sensibile. Queste cellule però non possono essere utilizzate in Italia a uso clinico.
Quello che è consentito è l’uso di “pseudo” cellule staminali, ovvero concentrati di tessuto, ricchi di cellule staminali e di altri componenti, compresi i fattori di crescita. Utilizzando opportune tecniche di concentrazione, è infatti possibile ottenere una grande ed omogenea popolazione di cellule che possono differenziarsi in specifiche cellule somatiche, ad esempio cellule della cartilagine importanti nell’artrosi di ginocchio.
Nella pratica clinica ortopedica, le più comuni fonti di cellule mesenchimali sono il midollo osseo ed il tessuto adiposo. Si esegue il prelievo del tessuto che viene concentrato direttamente in sala operatoria e poi impiantato o iniettato nell’articolazione affetta da artrosi.
Il prelievo da midollo osseo (più frequentemente viene effettuato dalla cresta iliaca) contiene sicuramente il maggior numero di cellule progenitrici. Tuttavia è un processo che va effettuato in sala operatoria ed il materiale prelevato deve essere iniettato subito dopo aver effettuato un’adeguata concentrazione.
Anche il tessuto adiposo è stato proposto come fonte di cellule progenitrici, tuttavia risulta più indaginoso il processo di isolamento delle cellule staminali stesse.
Il prelievo di cellule staminali presenta un certa morbilità del sito donatore e la cellularità nonché la concentrazione di cellule progenitrici può variare da tessuto a tessuto. Le differenze delle cellule progenitrici prelevate da differenti tessuti variano da persona a persona: esistono variabili legate all’età, al sesso ed allo stato di salute dell’individu.
Il prelievo di cellule mesenchimali dal midollo osseo è una terapia utilizzata da diversi anni in sala operatoria per la cura delle lesioni della cartilagine e dell’artrosi di ginocchio. Il prelievo di cellule da tessuto adiposo invece è una terapia più recente e pertanto necessita di ulteriori studi per comprenderne l’effettiva efficacia e lungo termine.
Nel sangue circolante è stata documentata la presenza sia di cellule mesenchimali emopoietiche, sia di fattori di crescita (in inglese “growth factor”), che sono proteine capaci di stimolare la proliferazione e la differenziazione cellulare.
Attraverso tecniche di centrifugazione del sangue umano, può essere ottenuto un concentrato di piastrine (anche definito PRP, gel di piastrine, plasma ricco di fattori di crescita), il cui razionale d'uso risiede nel fatto che le piastrine, di cui è ricco il PRP, rilasciano numerose sostanze che promuovono la riparazione tissutale e influenzano il comportamento di altre cellule che regolano i processi rigenerativi, anche nell'artrosi al di ginocchio.
Il concentrato piastrinico è utilizzato da decenni in diverse branche della medicina, è una terapia maneggevole e poco costosa, facilmente disponibile sul territorio. Non presenta particolari rischi, poiché viene ottenuto dal prelievo di una piccola quantità di sangue umano.
L’efficacia dei concentrati piastrinici come terapia rigenerativa della lesioni della cartilagine è stato ampiamente documentato da numerosi studi clinici.
Tuttavia è dimostrato che l’efficacia del concentrato piastrinico è strettamente dipendente dalle modalità di preparazione e di somministrazione del prodotto. Concentrati piastrinici ottenuti con piccole centrifughe possono non essere altrettanto efficaci di concentrati piastrinici ottenuti con tecniche di concentrazione più sofisticate utilizzate ad esempio in un laboratorio.
È sempre più frequente il riscontro di artrosi precoce al ginocchio in pazienti adulti, ancora attivi e con richieste funzionali elevate, nei quali la sostituzione protesica non rappresenta ancora un’opzione valida.
Ferma restando la necessità di effettuare un trattamento chirurgico per correggere allineamento dell’arto, stabilità dei legamenti e riparare eventuali lesioni dei menischi, i trattamenti biologici di rigenerazione della cartilagine sembrano comunque in grado di fornire un miglioramento clinico significativo in pazienti selezionati.