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Protesi al ginocchio

Intervento, tempi di recupero e risultati

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La protesi al ginocchio è una delle procedure chirurgiche più efficaci per migliorare la qualità della vita di chi soffre di dolore cronico o limitazioni funzionali causate da artrosi, artrite reumatoide o traumi articolari. Negli ultimi anni, i progressi nella progettazione degli impianti, nei biomateriali e nelle tecniche chirurgiche hanno permesso di ottenere risultati sempre migliori: grazie agli impianti moderni, oltre il 92% delle protesi al ginocchio è ancora funzionante dopo 10 anni, migliorando significativamente la qualità della vita.

Obiettivi dell’intervento di protesi al ginocchio

L'obiettivo della protesi al ginocchio è ottenere un "ginocchio dimenticato", cioè un'articolazione protesica che sembri naturale; inoltre l’operazione mira a:

  • Eliminare o ridurre il dolore al ginocchio.

  • Ripristinare la mobilità e la stabilità dell’articolazione.

  • Consentire al paziente di tornare a svolgere le normali attività quotidiane.

Non sempre è possibile garantire al paziente il raggiungimento di questi obiettivi, soprattutto perché i pazienti hanno esigenze sempre più alte in termini di funzionalità e qualità della vita.

Risultati della protesi al ginocchio

I risultati dell’intervento di protesi al ginocchio sono ampiamente supportati dai report scientifici: gli studi condotti su migliaia di pazienti dimostrano che i risultati non cambiano in modo significativo tra i vari modelli di protesi (ad esempio, con o senza conservazione del crociato posteriore, a piatto fisso o mobile, con o senza protesi di rotula) o tra le tecniche chirurgiche utilizzate (con fissazione cementata o non cementata). Tuttavia, si evidenzia una certa variabilità nel tempo: il miglioramento funzionale è più marcato durante il primo anno dopo l’intervento, per poi stabilizzarsi nei periodi successivi.

Risultati soggettivi dopo protesi al ginocchio: soddisfazione vs aspettativa

Fino al 30% dei pazienti con protesi al ginocchio non si ritiene completamente soddisfatto dell’operazione, nonostante l’intervento sia stato eseguito correttamente (con un allineamento preciso dell’arto, una scelta adeguata delle dimensioni dell’impianto e un equilibrio legamentoso ottimale). Le principali cause di insoddisfazione sono legate a tre fattori

  • Dolore residuo dopo l’intervento.

  • Incapacità a svolgere attività quotidiane e sportive.

  • Aspettative non soddisfatte del paziente, soprattutto nei più giovani e negli sportivi.

Questo è particolarmente evidente nei pazienti più giovani e sportivi, che spesso desiderano tornare a svolgere senza difficoltà le proprie attività quotidiane o atletiche: è fondamentale per il chirurgo comprendere e gestire da subito i fattori di rischio che possono influenzare gli esiti e la soddisfazione post-operatoria del paziente

I fattori di rischio associati più spesso ad un dolore residuo dopo protesi al ginocchio (senza complicanze) sono i pazienti di sesso femminile, la giovane età al momento dell'intervento chirurgico (<60 anni) e\o uno stato di depressione e ansia preoperatoria. Questi elementi, sebbene importanti, non devono scoraggiare dall'intervento, ma piuttosto essere gestiti con un approccio personalizzato dal punti di vista medico, chirurgico e riabilitativo.


Il risultato migliore dopo un dell’intervento di protesi al ginocchio è rappresentato dalla sensazione di un ginocchio dimenticato (o forgotten knee), ovvero la sensazione di avere un ginocchio naturale nonostante la presenza della protesi. Tuttavia, questa percezione è più rara rispetto ai pazienti sottoposti a intervento di protesi d’anca ed è influenzata soprattutto dal dolore residuo post-operatorio che può interessare fino al 20% dei pazienti, anche in assenza di complicanze nella protesi. Per misurare in modo oggettivo la percezione del ginocchio dimenticato, è stato sviluppato uno strumento specifico: il Forgotten Joint Score (FJS-12), utile per comprendere l’effettiva soddisfazione del paziente.

I risultati della protesi al ginocchio dipendono dalle patologie preesistenti

Le patologie che portano a impattare una protesi al ginocchio influenzano i risultati dell’intervento. I pazienti con artrite reumatoide o altre malattie infiammatorie ottengono generalmente ottimi risultati funzionali, specialmente se trattati anche con farmaci specifici per la loro patologia. In questi casi, maggiore è il danno iniziale, maggiore è il miglioramento percepito dopo l’intervento.

Al contrario, i pazienti con artrosi post-traumatica, causata da fratture a tibia, femore o rotula, tendono ad avere risultati meno favorevoli. Questo può essere dovuto a fattori come rigidità articolare, fibrosi, deformità dell’arto o danni strutturali causati dal trauma. Inoltre, questi pazienti sono spesso più giovani e hanno un rischio maggiore di dover affrontare interventi di revisione o complicanze, quali problemi cutanei e infezioni

Tempi di recupero dopo la protesi al ginocchio

Quanto tempo ci vuole per recuperare dopo una protesi al ginocchio? Il recupero varia da paziente a paziente, ma generalmente il miglioramento principale si verifica nei primi 3-6 mesi dopo l’intervento. Il recupero completo, invece, può richiedere fino a 12 mesi, soprattutto per i pazienti più anziani o con patologie associate. Un aspetto cruciale consiste nel seguire un programma di fisioterapia per protesi al ginocchio, che aiuta a:

  • Migliorare la forza muscolare e la stabilità del ginocchio.

  • Aumentare la mobilità dell’articolazione.

  • Ridurre i tempi di guarigione e recupero.

I tempi di guarigione dopo una protesi al ginocchio dipendono anche dal tipo di intervento. Ad esempio:

  • Nel caso di una protesi monocompartimentale al ginocchio, i tempi di recupero possono essere più brevi, generalmente tra le 6 e le 12 settimane.

  • Per una protesi totale, la riabilitazione richiede più tempo e un maggiore impegno.

La fisioterapia per protesi al ginocchio è fondamentale per ridurre rigidità e dolore, e per ottenere una flessione sufficiente del ginocchio per camminare, salire le scale e guidare.

Come si vive con una protesi al ginocchio?

Molti pazienti si chiedono come si vive con una protesi al ginocchio. La maggior parte delle persone che si sottopone a questo intervento riporta un notevole miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, le abitudini di vita con una protesi dipendono da diversi fattori:

  • Età: i pazienti più giovani tendono ad avere aspettative funzionali più elevate.

  • Grado di flessione: dopo l’intervento è possibile raggiungere una piegatura del ginocchio sufficiente per la maggior parte delle attività quotidiane.

  • Dolori residui: generalmente diminuiscono entro i primi 6-12 mesi, ma è importante seguire le indicazioni mediche per un recupero ottimale.

Esiste un paziente “ideale” per la protesi al ginocchio?

  • Età. Studi recenti mostrano che non ci sono differenze significative nei risultati tra pazienti giovani (< 65 anni) e anziani (> 75 anni) per quanto riguarda dolore e funzionalità dopo l’intervento, nonostante nei pazienti più anziani ci sia una maggiore morbilità e degenza ospedaliera più lunga.
  • Sesso. Gli uomini tendono ad avere punteggi funzionali e livelli di attività fisica più alti rispetto alle donne dopo l’intervento (es. score KSS e SF-36 fisico).

  • Obesità. I pazienti obesi hanno risultati funzionali inferiori, principalmente a causa della limitata flessione del ginocchio dovuta ai tessuti molli. Sebbene ridurre il peso prima dell’intervento o ricorrere alla chirurgia bariatrica non risolva sempre il problema, una gestione specifica dell’obesità può migliorare i risultati funzionali e ridurre il rischio di complicanze.

Tecniche chirurgiche avanzate per migliorare i risultati della protesi al ginocchio

  • Allineamento cinematico. Questa tecnica punta a ripristinare la cinematica naturale del ginocchio, adattandola alle esigenze specifiche di ogni paziente. Consente un miglior bilanciamento legamentoso grazie a una deviazione controllata sul piano frontale. Sebbene i risultati siano promettenti, servono studi più approfonditi e indipendenti per confermarne l’efficacia a lungo termine.
  • Guide di taglio personalizzate (PSI). Le mascherine personalizzate per il paziente migliorano l’allineamento della protesi dopo l’intervento. Tuttavia, i risultati funzionali di questa tecnica non sembrano superiori a quelli della strumentazione convenzionale o della navigazione computerizzata, e il loro utilizzo è limitato per motivi di costo e tempo.

  • Navigazione computerizzata (CAS). Questa tecnologia aiuta a migliorare la precisione nei tagli ossei e a ripristinare l’allineamento dell’arto. Sebbene i benefici siano evidenti nel breve termine, è ancora incerto se i vantaggi si mantengano a medio e lungo termine.

  • Chirurgia robotica. Considerata l’ultima innovazione nella chirurgia protesica, la robotica offre un posizionamento più preciso delle componenti protesiche. Studi recenti evidenziano risultati funzionali migliori, rendendo questa tecnica una delle opzioni più promettenti per il futuro

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